Che cosa ci insegna l’esperienza Abruzzo?
6 aprile 2009 – 6 aprile 2017: Centro Italia ancora in #ricostruzione. Il punto di vista di Cineas.
Nello sciame sismico che ha interessato il centro Italia a partire dal 24 agosto 2016 sono stati coinvolti 131 comuni in 4 Regioni: Lazio, Umbria, Marche e Abruzzo. In base alle attuali disposizioni, dopo la fase di emergenza in cui è intervenuto il Dipartimento della Protezione Civile, la materia delle procedure di ricostruzione è attribuita alle Regioni con il coordinamento del Commissario straordinario, Vasco Errani. Proprio il Commissario, il 30 marzo 2017, ha dato il via libera alla fase operativa per la richiesta dei finanziamenti da parte di cittadini e delle imprese che hanno subito danni a seguito del sisma del 24 agosto. Al momento le disposizioni riguardano danni lievi ad abitazioni e strutture non residenziali e i danni gravi a strutture non residenziali. È in via di definizione l’Ordinanza relativa ai danni gravi alle abitazioni.
Cineas rileva che, per rispondere alla necessità di una governance unitaria che garantisca risarcimenti tempestivi e trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici, si potrebbero mutuare alcune efficaci procedure adottate in Abruzzo dopo il sisma del 2009.

Che cosa possiamo imparare dall’esperienza Abruzzo
Mancano pochi giorni alla ricorrenza del 6 aprile, data in cui avvenne il tragico sisma in Abruzzo nel 2009.
Come sono state organizzate in occasione di questo evento le procedure di ricostruzione e con quali risultati.
Per la ricostruzione in Abruzzo, su Ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM n. 3803 del 15 agosto 2009) è stata istituita la cosiddetta filiera composta da Fintecna, Reluis e Cineas i cui ambiti di competenza sono stati rispettivamente:
- istituzione della pratica amministrativa;
- verifica tecnica;
- valutazione della congruità economica delle richieste di risarcimento.
La filiera è intervenuta per la valutazione delle pratiche relative agli edifici fuori dai centri storici di 68 Comuni. Il Consorzio ha avviato le sue attività il 1° settembre 2009 e ha concluso il suo intervento il 30 aprile 2013. Per svolgere i controlli, il Consorzio si è avvalso di un pool di 225 professionisti – specializzati nella valutazione dei danni provocati da eventi sismici attraverso corsi realizzati da Cineas in cui intervengono come docenti i tecnici del DPC e alcuni professori del Dipartimento di Ingegneria Strutturale del Politecnico di Milano. Nella scelta degli specialisti incaricati di effettuare le valutazioni in Abruzzo, il Consorzio ha preferito di non avvalersi dei professionisti della zona in cui era avvenuto il sisma, proprio nell’intento di evitare conflitti d’interesse.
Le prime pratiche di richiesta di contributo sono state protocollate da Fintecna il 20 agosto 2009, ossia 4 mesi e mezzo dopo il sisma. L’intervento Cineas attraverso i suoi tecnici è del 7 ottobre 2009, sei mesi dopo il terremoto, su pratiche riguardanti i danni agli edifici considerati più lievi. Le pratiche più complesse (di tipologia E) sono state assegnate a partire da novembre 2009.
Le pratiche sono state esaminate grazie ad una piattaforma informatizzata che ha reso disponibile la documentazione tecnica – presentata dai cittadini ed elaborata dagli altri due enti della filiera – ai professionisti del Consorzio. Una volta effettuata la valutazione, l’esito Cineas veniva comunicato, sempre attraverso la piattaforma, ai tecnici del Comune che fornivano la risposta al cittadino. Questo sistema ha permesso di tagliare i tempi e di gestire grandi volumi di pratiche (il 67% del totale dei progetti è stato presentato in un anno). Per le pratiche più controverse, il Consorzio ha messo a disposizione anche un presidio sul territorio; in questo modo non si è rinunciato alla relazione diretta per i casi che presentavano le maggiori complessità.
Complessivamente Cineas con la sua attività ha conseguito significativi risultati di efficienza:
- ha valutato 19.716 pratiche;
- per un totale di contributo richiesto pari a 3,1 miliardi di Euro;
- di questa cifra sono stati considerati non ammissibili 413 milioni di Euro, ovvero non il 13,3% del totale. Il costo della struttura che il Consorzio ha messo a disposizione per il controllo è stato di 12 milioni di Euro.
Il modello adottato dal Consorzio per la ricostruzione post-sisma in Abruzzo ha portato un risparmio delle risorse pubbliche, con un contributo di trasparenza nell’utilizzo dei fondi pubblici in favore dei cittadini realmente danneggiati.
In particolare ha dimostrato:
- Professionalità.
- Equità e uniformità di valutazione.
- Trasparenza.
- Tempestività d’intervento.
- Vantaggi dell’informatizzazione dei processi.
- Contenimento della spesa pubblica.
Il valore dell’attività della filiera è stato evidenziato anche da un’indagine della Guardia di Finanza i cui esiti sono stati riportati dai quotidiani locali dell’Abruzzo. A conclusione dell’incarico di Fintecna, Reluis e Cineas, nel triennio 2014-2015-2016, su 112 milioni di euro di contribuiti per lavori di ricostruzione post-terremoto dell’Aquila pubblica e privata, ben 85 milioni sono risultati richiesti o percepiti in modo illecito (i ¾).
La vera prevenzione del rischio da calamità naturali richiede l’approvazione di un provvedimento legislativo per il finanziamento dei danni che non ricada esclusivamente sullo stato
Dal 1970 ad oggi, tra i 10 eventi sismici, avvenuti in Europa, che hanno causato le peggiori perdite economiche 6 si sono verificati in Italia. Purtroppo, nonostante l’elevato livello di esposizione al rischio del nostro territorio, in Italia meno dell’1% degli edifici residenziali è assicurato contro il rischio sismico.

In termini di spesa pubblica, dal 1944 al 2012, lo Stato italiano ha speso una media di 3,5 miliardi di Euro all’anno per i danni da calamità naturale (considerando complessivamente terremoti ed eventi alluvionali); tra il 2010 e il 2012, la spesa media è stata di 7,1 miliardi di Euro all’anno. In particolare, si deve considerare un campanello d’allarme il fatto che la spesa per i fenomeni calamitosi di tipo idrogeologico sia cresciuta del 190% (fonte: The natural catastrophe protection gap in Italy: time for action, pag.15, Tab. 5 ANCE/CRESME, Swiss Re Economic Research & Consulting).
Considerando solo il 2016, nel mondo, ci sono state 191 catastrofi naturali. Il terremoto di agosto in Italia è stato il sesto evento peggiore nel mondo per il numero di vittime.

In totale le perdite economiche causate dagli eventi sismici del 2016, in Italia, sono state di 6 miliardi di Euro, di cui solo circa 188 milioni di Euro assicurati.
È chiaro che una situazione come questa, in cui lo Stato è l’unico a prendersi in carico i costi di ricostruzione non è sostenibile. Il Consorzio si fa promotore di un sistema misto pubblico-privato che preveda, in una prima fase, l’estensione delle coperture previste dalle polizze incendio già stipulate ai danni da calamità naturali.
Questo garantirebbe un aumento esponenziale delle garanzie per le calamità naturali: dall’1% attuale al 40% (è questa la percentuale di diffusione delle polizze incendio in Italia), in 12 mesi.
Il passaggio diretto all’obbligo di copertura assicurativa dei rischi derivanti dalle calamità naturali ha scarse probabilità di successo in quanto, nel nostro Paese, c’è una bassa penetrazione della cultura della prevenzione.