Il Risk Manager: figura chiave per il contenimento della pandemia da Coronavirus nelle strutture sanitarie
Il Risk Manager ha un ruolo determinante, all’interno delle strutture sanitarie pubbliche e private, nella lotta al Coronavirus, che ha causato un evento improvviso con un impatto dirompente, sia nella vita delle persone, sia – soprattutto – nell’attività quotidiana dei professionisti della sanità. Proprio all’inizio della pandemia, le strutture dell’Organizzazione Sanitaria con cui collaboro hanno attivato una task force per il contenimento del contagio tra il personale sanitario e tra i pazienti. La struttura sanitaria si compone di: due case di cura, un istituto di riabilitazione, quattro RSA, due residenze psichiatriche e un poliambulatorio e dette Unità Operative sono dislocate tra: Lombardia, Liguria, Piemonte, Veneto, Emilia Romagna e Trentino Alto Adige.
La task force messa in campo per combattere il Coronavirus è composta da: direttore sanitario aziendale, medico competente, risk manager, infettivologo e coordinatore infermieristico.
Sin da subito, tutti i componenti del gruppo hanno iniziato a confrontarsi, grazie all’organizzazione di incontri virtuali, sulla situazione all’interno delle strutture e a redigere una serie di verbali con aggiornamenti periodici che potessero essere strumenti informativi utili per il personale sanitario. Uno degli aspetti più importanti riguarda la sicurezza sia degli ospiti delle varie strutture, sia degli operatori chiamati ogni giorno ad operare in una situazione assolutamente drammatica e, soprattutto all’inizio della pandemia, resa ancora più complicata dalla scarsità di dispositivi individuali di protezione.
Il primo passo è stato tradurre nella pratica quotidiana clinica tutti i contenuti delle normative emanate dagli enti preposti, ovvero: DPCM, raccomandazioni ministeriali e dell’Istituto Superiore di Sanità, delibere regionali e procedure attivate nelle ATS – Agenzie di Tutela della Salute, strutture che attuano la programmazione definita dalla Regione. Per farlo, abbiamo adottato le tre fasi del risk management, ovvero: rilevazione, analisi e controllo.
La fase di rilevazione è stata determinante per capire quali fossero i punti di debolezza delle organizzazioni per prevenire il rischio di diffusione del virus e di aggravamento di una situazione già molto compromessa. La fase di analisi, invece, ha riguardato le criticità delle singole strutture per intervenire in maniera tempestiva ed adeguata. Nell’ultima fase, quella di controllo, sono stati redatti procedure e protocolli (adattati alle singole realtà che sono molto diverse tra loro e richiedono interventi differenti) per poi verificarne l’efficacia sul campo. Soprattutto in questa ultima fase, la figura del Risk Manager è stata determinante. Si tratta di un professionista chiave ed indispensabile per trasferire a tutti gli altri componenti del team le conoscenze utili per eseguire in modo corretto gli audit e per redigere, nel modo più efficace possibile, le check list necessarie per il controllo della documentazione e dell’operatività quotidiana.
Le prassi di risk management sono state utili anche per quanto riguarda le abilità trasversali, ovvero le capacità non tecniche (soft skills) che sono state attivate all’interno della Task Force. Infatti, i professionisti coinvolti nel team si sono trovati quasi all’improvviso a lavorare insieme e questo, per certi versi, ha reso necessaria l’adozione di una serie di regole. Ci si è basati sulle best practices del teamwork in situazioni di crisi: comunicazione, cooperazione e collaborazione per rendere il lavoro più fluido e semplice.
Anche la leadership, tuttavia, in una situazione tanto complessa, gioca un ruolo cruciale; durante tutte le riunioni abbiamo cercato di prendere le decisioni all’unanimità, ma in alcune occasioni questo non è stato possibile ed il direttore sanitario ha dovuto esercitare il suo ruolo di leader. Questo però non ha escluso che si creasse anche una leadership circolare: non sono mancati casi in cui, infatti, il professionista con le maggiori competenze su un determinato argomento fosse chiamato ad indicare la soluzione migliore. Come in tante le esperienze significative della vita, abbiamo tutti imparato molto in questi mesi. Sarà quindi per me un dovere oltre che motivo di orgoglio e soddisfazione riportare questa lesson learned ai discenti dei prossimi corsi di Hospital Risk Management.
Da febbraio 2021 – Corso di Alta formazione in Hospital risk management che riconosce 10 crediti formativi universitari (CFU).
Per la prima volta nell’anno accademico 2020-2021, Cineas collabora con l’Istituto di Management della Scuola Superiore di Studi Universitari e di Perfezionamento Sant’Anna, per l’organizzazione del Corso di Alta Formazione in Hospital Risk Management. Il corso contribuisce alla qualificazione dei professionisti che operano nell’ambito del risk management, della qualità e sicurezza delle cure nelle strutture sanitarie e socio-sanitarie pubbliche e private, in base a quanto previsto dalla Legge 8 marzo 2017, n. 24. Inoltre, il corso è rivolto al personale che si occupa di controllo di gestione, affari legali, ascolto e mediazione, formazione, ingegneria clinica, ingegneria gestionale, comunicazione, direzione medica e direzione infermieristica, farmacia ed information technology. Il percorso può offrire un’opportunità di specializzazione a professionisti non ospedalieri che operano in settori connessi alla sanità, come: assicuratori, broker, avvocati, ingegneri clinici e gestionali, mediatori, farmacisti, ingegneri e tecnici informatici.
Tra le novità di quest’anno, frutto della collaborazione tra Cineas e la Scuola Sant’Anna, sono stati introdotti i seguenti argomenti: la statistica applicata alla gestione del rischio sanitario e i modelli qualitativi di valutazione delle strutture sanitarie, con applicazioni pratiche. Restano confermate le macroaree del corso: cultura del rischio, strumenti e metodi, Clinical Governance e comunicazione, cyber sicurezza in sanità e responsabilità professionale e gestione del rischio assicurativo.
Formula didattica: 170 ore di formazione complessive, in modalità smart learning (circa il 70% delle lezioni si svolgerà a distanza), per 10 CFU.
Date: dal 3 febbraio 2021 al 14 luglio 2021.
Per maggiori informazioni: https://www.cineas.it/master/master-in-hospital-risk-management/