La collaborazione con il Dipartimento della Protezione Civile
Dal 2005, Cineas collabora attivamente con il Dipartimento della Protezione Civile per il quale realizza attività formative ad hoc per la qualificazione di personale specializzato nella valutazione dei danni provocati da catastrofi naturali.
Proprio a fianco del Dipartimento della Protezione Civile, Cineas è intervenuto nel processo di ricostruzione dopo il tragico sisma avvenuto a L’Aquila, nel 2009. Su ordinanza del Presidente del Consiglio dei Ministri (OPCM n.3803 del 15/08/2009), Cineas ha ricevuto l’incarico di partecipare alla cosiddetta filiera della ricostruzione composta da Cineas, Fintecna e ReLuis.
Nell’ambito della filiera, Il Consorzio ha avuto il compito specifico di valutare la congruità economica delle richieste di risarcimento presentate dai cittadini per i danni causati dal terremoto. Si è trattato del primo caso di questo tipo, nel nostro Paese, in cui un ente terzo ha svolto il ruolo di supervisore delle richieste di rimborso.
Nello svolgimento di questa attività il Consorzio ha operato in regime non profit, ha coinvolto 225 periti specializzati e ha impiegato un sistema informatizzato per la gestione delle pratiche. In totale ne sono state esaminate 19.716 e i professionisti del Consorzio hanno valutato come non ammissibile un ammontare pari a 413 milioni di Euro, ossia il 13,3 % del totale richiesto. Si tratta di un risultato notevole per il risparmio di risorse pubbliche, la trasparenza e il risarcimento equo dei cittadini realmente danneggiati.
Prospettive future
A febbraio 2015, Cineas ha firmato con il Dipartimento della Protezione Civile un nuovo protocollo d’intesa per collaborare nella realizzazione di attività formative finalizzate a preparare specialisti nella valutazione e quantificazione dei danni da rischio sismico e idrogeologico.
L’impegno di Cineas per diffondere la cultura della prevenzione nell’ambito delle calamità naturali
Cineas lavora da vent’anni per fare sistema sui temi della sicurezza e della gestione del rischio ambientale, sostenendo l’opportunità della regolamentazione attraverso una legge in cui si preveda la collaborazione tra pubblico e privato (mercato assicurativo) per il ripristino dei danni derivanti da evento naturale avverso. L’Italia è l’unico paese avanzato che ne è privo; una legge di questo tipo esiste anche in paesi come la Romania e il Marocco. Lo Stato tratta i danni provocati dalle calamità in un’ottica ex-post, ossia attraverso decreti di urgenza, generando costi troppo elevati e non assicurando servizi adeguati ai cittadini che attendono rimborsi non sempre proporzionali ai danni realmente subiti.
La soluzione proposta da Cineas è quella di rendere obbligatoria la polizza assicurativa per la copertura dei danni da calamità naturale per le abitazioni civili, le attività industriali e gli esercizi commerciali. Allo stato attuale, data la scarsa diffusione della cultura della prevenzione nel nostro paese, l’introduzione diretta di un sistema obbligatorio ha possibilità di successo molto limitate. Più efficace risulta la formula della semi-obbligatorietà in base alla quale la polizza calamità naturali viene affiancata in modo automatico (entro 12 mesi dall’approvazione della legge) alla copertura incendio; tale strategia sarebbe comune all’esperienza di altri paesi europei in cui è stata adottata con successo. La soluzione della polizza semi-obbligatoria ha i seguenti vantaggi:
- i cittadini assicurati avrebbero la certezza di un risarcimento equo e tempestivo;
- le Regioni e i Comuni, e globalmente la Pubblica Amministrazione (quindi lo Stato) risparmierebbero fondi pubblici per la gestione delle calamità naturali (la media degli ultimi 3 anni è di 7,1 miliardi di euro e i dati confermano che la spesa continuerà a crescere);
- il mercato assicurativo migliorerebbe il rapporto danni/PIL che è fermo da ormai 10 anni ed è, in assoluto, il più basso tra i paesi della Comunità europea.
Strumenti a supporto della normativa
La futura legge dovrebbe contenere un piano quinquennale di “Prevenzione del rischio naturale” attraverso il quale gli enti locali possano individuare tutti quei fabbricati costruiti nelle zone altamente a rischio (cosiddette “zone rosse”). Una volta circoscritte le aree, bisognerà prevedere una serie di misure – tra cui, ad esempio, la leva dell’imposizione fiscale- che disincentivino gli stanziamenti abitativi, commerciali e industriali in queste zone. Contemporaneamente, per promuovere la sottoscrizione di tali polizze, sarà necessario azzerare l’imponibilità fiscale del premio (attualmente al 22,25%) e rendere quest’ultimo detraibile dalla denuncia dei redditi.
L’orientamento dei cittadini. L’indagine quantitativa realizzata da Cineas su un campione di 1200 cittadini residenti in zone a rischio ha evidenziato una percezione evoluta in cui: gli interventi ex post dello Stato sono giudicati inefficaci da oltre il 75% dei rispondenti; il 54% del campione è propenso a sottoscrivere una polizza contro i rischi da calamità naturale per assicurare l’abitazione; la percentuale raggiunge il 72% nel caso in cui lo Stato ne preveda la defiscalizzazione. Ciò dimostra come l’opinione dei cittadini – soprattutto per quanto riguarda coloro che hanno vissuto le conseguenze di un danno da calamità naturale e, quindi, hanno avuto modo di sperimentare personalmente l’attuale sistema – si stia evolvendo.