Proposta di legge sulle calamità naturali: verso una maggior tutela del patrimonio edilizio italiano
Proposta di legge sulle calamità naturali: verso una maggior tutela del patrimonio edilizio italiano
E’ sempre più impellente la necessità di definire un sistema di garanzie e di coperture che tuteli il patrimonio abitativo dai danni economici derivanti dalle calamità naturali. Fino ad oggi il compito di supportare economicamente coloro che hanno subìto un evento catastrofale rimane a carico esclusivamente dello stato, con risultati – purtroppo – non sempre brillanti: stanziamenti insufficienti, ritardi nell’erogazione delle risorse, problemi burocratici e di copertura, difficoltà nella determinazione del costo degli interventi e nella loro ripartizione nel tempo.
A questo tema è stata dedicata la seconda parte del Convegno “Perito 2030: da tecnico a innovatore”, organizzato da Cineas e ANPRE.
Tra il 1900 e il 2002, secondo i dati riportati dal Consiglio nazionale delle ricerche, l’Italia ha registrato circa 29.000 alluvioni in 14.000 luoghi, su tutto il territorio nazionale. Inoltre, fra il 1950 e il 2012, sono state registrate 1.061 frane con vittime in 962 località e 672 inondazioni con vittime in 563 località. In questo periodo, il numero complessivo di morti, feriti e dispersi provocato da eventi idrogeologici è stato di oltre 9.000, mentre gli sfollati e i senza dimora sono stati oltre 700.000.
Secondo l’Associazione nazionale dei costruttori edili (ANCE) e il Centro ricerche economiche sociali di mercato per l’edilizia e il territorio (CRESME), dal 1944 al 2011, il danno complessivo prodotto da terremoti, frane e alluvioni in Italia ha superato i 240 miliardi di euro, con una media di 3,5 miliardi di euro l’anno. Numeri impressionanti, che dimostrano quanto sia indispensabile un cambio di passo nelle politiche risarcitorie, poiché lo Stato non può farsi carico di tutto. Deve essere predisposto, per forza, un programma organico e articolato che interessi più soggetti.
Risulta più che mai necessario, dunque, istituire un sistema di coperture assicurative o di garanzie contro le catastrofi naturali a favore del patrimonio abitativo civile che si affianchi allo Stato.
Vi sono state alcune proposte in passato, ma nessuna andata a buon fine. Il 28 giugno 2019, l’Onorevole Michela Rostan ha presentato il disegno di legge “Istituzione di un programma nazionale per l’assicurazione obbligatoria degli edifici privati contro i danni derivanti da calamità naturali” che, ci auguriamo, possa finalmente rendere obbligatoria la copertura assicurativa per tutti i proprietari di immobili in Italia, proprio come accade in moltissime parti del mondo.
Durante il convegno “Perito 2030: da tecnico e innovatore”, organizzato da Cineas e ANPRE, alcuni professionisti del settore hanno ragionato su quanto sia importante tutelare, nella maniera corretta, il patrimonio edilizio del nostro paese.
Alla tavola rotonda, moderata da Maria Rosa Alaggio (Direttore delle testate del circuito Insurance Connect) hanno partecipato:
- Simona Andreazza, Servizio danni ANIA
- Lucia Bevere, Senior catastrophe data analyst Swiss Re
- Lorenzo Bizio, Responsabile Claims Property Generali Italia
- Sergio Ginocchietti, Dirigente Liquidazione Property UnipolSai Assicurazioni
- Francesco Toso, CRESME Ricerche
Negli anni si sono susseguite una serie di proposte di legge, ma non sono mai passate, probabilmente perché continua a mancare la cultura del rischio. Con il passare del tempo, però, lo scenario è notevolmente cambiato: sono aumentati gli eventi catastrofali e le loro conseguenze ed è possibile parlare di vera e propria emergenza. In Italia ci sono 14 milioni di edifici. 12 milioni di edifici sono ad uso privato e, di questi, circa 3.800.000 sono stati costruiti prima del 1960, quando non esistevano norme anti-sismiche. Tra il 1944 e il 2017 abbiamo speso, in media, 2,9 miliardi di euro all’anno per riparare ai danni causati dai terremoti (175 miliardi tra il 1944 e il 2009, 13,5 tra il 2010 e il 2013 e 23,5 tra il 2014 e il 2017).
L’Italia vanta il triste primato del maggior deficit di protezione per le calamità naturali in Europa. Solo il 3,2%, infatti, è assicurato con un valore economico di 5 miliardi di euro (contro 148 miliardi di euro non assicurati). Tre dei cinque maggiori terremoti europei per perdite economiche, tra il 1970 e il 2018, sono avvenuti in Italia (Irpinia, 1980; Friuli 1976; Emilia Romagna, 2012). Questo dimostra quanto sia necessario un cambiamento socio-culturale che deve partire dalle istituzioni, ma che deve coinvolgere anche i privati.
“L’obbligatorietà della copertura – ha spiegato Simona Andreazza, Servizio danni ANIA – è fondamentale e la proposta di legge va nella direzione che tutti noi auspichiamo da tempo, ma dovremmo approfondire alcuni aspetti che riteniamo molto importanti. Il primo è legato al premio assicurativo, che non può essere uguale per tutti i cittadini ma deve tenere conto del valore di ricostruzione del bene e della rischiosità dell’area in cui si trova l’immobile. La legge, inoltre, non prevede un impianto sanzionatorio per coloro che non si adeguano all’obbligo assicurativo e anche questo ci lascia piuttosto perplessi. Un altro tema che non è del tutto chiaro, poi, è quello legato alla franchigia, un elemento imprescindibile per garantire la sostenibilità del sistema e la riduzione dei costi dei premi perché elimina quei sinistri di frequenza che rimarrebbero a carico dei proprietari e permetterebbe di concentrarsi solo su quegli eventi più importanti in termini di impatto. Anche il punto sugli incentivi fiscali proposti nel disegno di legge necessita, per noi, di una ulteriore riflessione: nel 2017 l’associazione si è battuta moltissimo per ottenere la detraibilità del premio del 19% l’annullamento dell’imposta, tuttavia riteniamo che portare la detraibilità al 100% possa essere, almeno all’inizio, controproducente perché si tradurrebbe in mancato gettito per lo stato di almeno 3 miliardi di euro”.
Manca, purtroppo, l’attenzione alla prevenzione e alla manutenzione, sia di edifici pubblici sia di edifici privati. Questa proposta di legge – che certamente può essere migliorata e modificata in alcuni passaggi – rappresenta un primo passo nella giusta direzione. Ma affinché si passi, davvero, dalle parole ai fatti occorre anche responsabilizzare e sensibilizzare soprattutto i cittadini, che non devono più percepire questo obbligo come un inutile ulteriore esborso di denaro voluto dallo stato, ma come uno strumento indispensabile per fronteggiare eventuali danni causati da calamità naturali. E in questo l’ANIA e le compagnie assicurative private hanno un ruolo fondamentale.
“In questo progetto di legge – aggiunge Sergio Ginocchietti, Dirigente Liquidazione Property UnipolSai Assicurazioni – compaiono molto spunti interessanti che nelle ultime proposte mancavano. La versione del 2019 coglie molti aspetti che noi come assicuratori portiamo avanti addirittura dal 2004. Certo, la strada è ancora piuttosto lunga ma sono convinto si stia andando nella giusta direzione. Penso che la principale modifica da apportare sia la reintroduzione del fascicolo del fabbricato perché le compagnie devono sapere come è stato costruito un immobile, quali lavori sono stati fatti e quali trasformazioni ha subìto. La vulnerabilità sismica degli edifici è cambiata radicalmente dalla loro costruzione ad oggi, ma nessuno ne ha tenuto traccia. La percezione della cultura del rischio è inversamente proporzionale all’investimento che facciamo per acquistare un bene. E per averne la conferma basta rifletterci un attimo: quando compriamo un immobile, rogito a parte, non viene dato alcun documento che contenga un piano di manutenzione e non chi acquista non sa quali modifiche sono state fatte nel corso del tempo. Si parla della reintroduzione di questo fascicolo da parecchi anni, ma senza successo perché è sempre stato considerato un onere aggiuntivo e un costo ulteriore da sostenere. Credo sia proprio arrivato il momento di fare uno grandissimo sforzo per cambiare approccio e diffondere, a tutti i livelli, la cultura della prevenzione”.
I ddl Rostan in sintesi:
Programma nazionale per l’assicurazione obbligatoria degli edifici privati contro i danni derivanti da calamità naturali. Ripartizione dei ruoli su tre livelli d’intervento:
1) il primo assicurativo privato, tramite le singole imprese di assicurazione o i consorzi obbligatori cui aderiranno le imprese di assicurazione operanti in Italia e autorizzate per le assicurazioni contro incendio ed esplosione dei corpi di fabbricati che non intendano prestare la singola garanzia in via diretta;
2) il secondo riassicurativo – attivato in caso di insufficienza del primo livello –, che potrà essere delegato al consorzio assicurativo per il trasferimento di una parte del rischio assunto dal consorzio stesso o da imprese di riassicurazione operanti nel territorio nazionale, censite e autorizzate dall’Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni (IVASS), e comunque a valore a nuovo;
3) il terzo statale – attivato in caso di insufficienza del secondo livello –, che prevede un fondo di garanzia appositamente istituito con un limite di esposizione massima, a cui concorrerebbero soggetti privati e pubblici, aggiornabile nel tempo.
L’efficacia della copertura del Programma nazionale è subordinata alla dichiarazione dello stato di emergenza da calamità naturale. Tale dichiarazione deve essere pubblicata nella Gazzetta Ufficiale o nel Bollettino Ufficiale della regione competente.
Al primo livello di copertura contribuiranno i cittadini proprietari di immobili privati (sono esclusi dall’assicurazione gli immobili abusivi o con abusi edilizi sopravvenuti, se non condonati), con il pagamento di un onere annuo obbligatorio (premio assicurativo), basato sulla pura mutualità per categorie di immobili secondo la destinazione d’uso, per i sinistri derivanti da calamità naturali individuate da un decreto attuativo dell’IVASS. Il premio imponibile potrà essere integralmente detraibile dalla dichiarazione dei redditi o compensare debiti di qualsiasi tipo e usufruire di un’imposta assicurativa agevolata.
Per la copertura dei danni derivanti da calamità naturali agli immobili privati si adotta la forma assicurativa prestata a valore a nuovo; il danno subìto a seguito del sinistro è indennizzato fino al ripristino completo dell’immobile.