Rischio ambientale al quarto posto nella percezione degli imprenditori italiani, ma c’è ancora poca prevenzione
Secondo i dati dell’Osservatorio sul Risk Management nelle medie imprese manifatturiere italiane condotto da Cineas – Consorzio universitario senza fini di lucro fondato dal Politecnico di Milano nel 1987 e scuola manageriale sulla gestione dei rischi e dei sinistri – e Mediobanca i rischi ambientali sono al quarto posto nella classifica dei pericoli maggiormente percepiti dalle aziende. Il rischio ambientale segue, infatti, gli infortuni sul lavoro, la difettosità del prodotto e il cyber risk; precede, invece, il rischio da catastrofi naturali. Inoltre, la ricerca evidenzia come l’incidente con conseguenze negative sull’ambiente sia al secondo posto per impatto economico (secondo solo alle catastrofi naturali) e al terzo come fattore di potenziale danno alla reputazione dell’azienda (nella classifica segue la difettosità del prodotto e gli infortuni sul lavoro).
“Nonostante questa crescente attenzione – commenta Lisa Casali coordinatrice del master Cineas in Environmental risk assessment e management e manager del Pool Ambiente – il tema della prevenzione ai rischi ambientali continua ad essere, purtroppo, molto poco presente nei piani di sviluppo delle aziende. Eppure il tema della sostenibilità – per una questione di normative e di scenario internazionale – è al centro delle politiche delle aziende. Ed effettivamente, un’impresa che voglia definirsi orientata alla sostenibilità, dovrebbe in primo luogo assicurarsi che la propria attività non causi conseguenze negative sull’ambiente, sui territori e nei confronti dei cittadini. Dichiararsi sostenibili e causare un danno all’ambiente in seguito ad un incidente, oltre alle enormi conseguenze economiche, può rivelarsi addirittura un boomerang dal punto di vista reputazionale”.
EVENTI CLIMATICI ESTREMI E DANNO ALL’AMBIENTE: IN ITALIA PAGA L’IMPRENDITORE
Va considerato che i cambiamenti climatici stanno dando origine ad eventi estremi sempre più frequenti; pochi considerano che un evento naturale eccezionale può provocare un danno all’ambiente in quanto causa di: incendi, sversamenti o rotture di serbatoi e impianti. In questi casi, a differenza di quanto accade nel resto d’Europa, in Italia c’è l’obbligo da parte dell’azienda di bonificare e ripristinare la situazione antecedente all’incidente. Quindi, seppure l’azienda non ha causato l’evento (in quanto a provocare il danno è stato un evento naturale) è responsabile dei danni all’ambiente senza nessun tipo di esenzione (sulla base del D.Lgs. 152/2006 – Testo Unico dell’Ambiente – Parte Quarta Titolo V).
Lisa Casali illustra alcuni esempi di eventi naturali estremi che, nel caso si verifichino in Italia, obbligano alla bonifica l’azienda: “Alluvione: se a seguito di un’alluvione c’è la dispersione di reflui di lavorazione che contaminano campi adiacenti e un torrente, i possibili costi di bonifica possono essere di 500.000 euro;
Inondazione: se un’inondazione causa il rovesciamento di fusti contenenti rifiuti pericolosi i che vengono dispersi contaminando aree adiacenti, terreni e falda, la bonifica potrebbe costare circa 1 milione euro;
Vento forte: se un vento forte causa la rottura di alcune parti d’impianto fuori terra causando la fuoriuscita di oli idraulici e la loro dispersione nei terreni adiacenti, potrebbero essere necessari 80.000 euro per il ripristino”.
UN MASTER PER DOTARE LE IMPRESE DI COMPETENZE A TUTELA DAL RISCHIO AMBIENTALE
È necessario perciò che le aziende si dotino di figure professionali interne o esterne, che si occupino di gestione dei rischi ambientali con un solido background tecnico, una conoscenza approfondita dei prodotti specifici disponibili nel panorama assicurativo e delle normative italiane ed europee di settore. È estremamente importante ciò che accade prima che si verifichi un evento, a livello di prevenzione sugli impianti, ma soprattutto a livello di preparazione per fronteggiare un’eventuale crisi. “Nel master che organizziamo con Cineas Environmental risk assessment e management intendiamo dare un contributo alla conoscenza specialistica e alla diffusione di strumenti professionali pratici per la prevenzione dei rischi ambientali. Agire in tempo e nel modo corretto può fare davvero la differenza” conclude Lisa Casali.
Il master si rivolge non solo a coloro che in azienda si occupano di questi aspetti, ma anche ai consulenti dell’impresa (compagnie di assicurazione, società di brokeraggio, studi legali e aziende di bonifica e ripristino). Con un percorso completo su aspetti tecnici, giuridici e assicurativi, il master qualifica il professionista in grado di rilevare le vulnerabilità dell’azienda, individuare e valutare gli scenari di rischio, conoscere la normativa di riferimento e le soluzioni assicurative disponibili sul mercato.
ULTERIORI INFORMAZIONI SUL MASTER DI CINEAS
Durante il percorso formativo – che si articola in 10 giornate di formazione dal 20 marzo al 12 giugno 2020 – gli studenti si metteranno inoltre alla prova con lo sviluppo del risk assessment ambientale, un progetto pratico che sarà realizzato grazie alle conoscenze acquisite lungo il percorso del master. Verranno simulati scenari aziendali in diversi settori, dove i partecipanti dovranno individuare le potenziali sorgenti di danno all’ambiente, le modalità più opportune di gestione dei rischi e le soluzioni assicurative più adeguate. Ampio spazio sarà riservato alle esperienze sul campo presso primarie aziende del settore della bonifica e alle testimonianze in aula dei professionisti di imprese, studi peritali, broker e compagnie assicurative.
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