Ecco il messaggio che il prof. Carlo Ortolani, Decano del Consorzio, dedica ai diplomandi e, in generale, a tutti coloro che investono sulla propria crescita attraverso i percorsi di formazione continua.

Alla fine dello scorso anno, sono incappato in quella che sulle prime mi è sembrata una notizia curiosa: Un astrologo a un evento sulla lotta contro il cancro in una sala del ministero della Salute. In realtà non c’era granché da stare allegri perché la notizia era vera. A tal proposito l’Associazione Luca Coscioni e 51 personalità del mondo della ricerca, della scienza e della politica, tra cui Silvio Garattini, hanno chiosato: “L’astrologia è priva di basi scientifiche e non ha (o non dovrebbe avere) alcuna legittimità in un contesto dedicato alla salute. Il rischio di considerare pratiche antiscientifiche come affidabili o al più innocue è reale. Ognuno è libero di farsi leggere le carte e i fondi del caffè o di affidarsi agli astri, ma certo non in un ambito istituzionale”. 

Vale la pena ricordare che era il 3 marzo 1863 quando: “Il presidente Abramo Lincoln decise di firmare un atto del congresso degli Stati Uniti per fondare la National Academy of Sciences. Lo scopo di questa prestigiosa istituzione, di cui fanno parte oggi circa duemila scienziati di tutto il mondo, è sempre stato quello di esaminare le innovazioni legate alle scoperte scientifiche e di consigliare il governo americano nelle sue decisioni … su questioni legate al progresso della scienza” (Martini C. M. e Marino I., Credere e conoscere, Torino 2012, p. 74). 

Parto da questo episodio per sottolineare come in un contesto complesso come quello che stiamo attraversando in cui: si incrinano gli equilibri geopolitici, si affermano nuovi paradigmi – come quello dell’intelligenza artificiale – si diffondono le notizie in modalità istantanea rendendo sempre più complesso risalire all’affidabilità della fonte rimane un’unica certezza è necessario mantenere sempre allenate la capacità di analisi e di lettura critica degli avvenimenti. Questo è tanto più vero dal punto di vista della carriera lavorativa. La formazione professionale continua può essere un valido strumento. Ma vediamo portando avanti l’opera del nostro Consorzio – le cui attività sono circoscritte alle materie dei rischi e dei sinistri – quanto sia difficile (e ogni anno lo è di più) per i professionisti destinare tempo e risorse alla frequenza di corsi e master. 

Abbiamo più volte sottolineato come il rischio, in questo mondo mutevole, cambia il suo perimetro e quanto siano necessarie nuove competenze, anche creative, per leggere e anticipare gli senari futuri poiché il metodo basato sull’analisi delle serie storiche del passato non è più applicabile ai nostri contesti. 

In generale, quindi, evidenziamo l’importanza della cultura e della ricerca scientifica per la crescita economica e civile del paese. È proprio “A causa del deficit di cultura scientifica […] che il parlamento italiano ha votato la terapia Di Bella, la messa la bando della ricerca sugli OGM … caso stamina … fobie infantili sugli inceneritori” (Corbellini Gilberto). 

Non sono esenti da fallacia neppure i premi Nobel: “persone che, ingannate dalla consapevolezza di essere fuoriclasse nel loro settore di competenza, si concedono i più beceri pregiudizi o fanno scelte dannose in ambiti estranei alla loro competenza, quasi sempre con supponenza” (Corbellini G., Nel paese della pseudoscienza. Perché i pregiudizi minacciano la nostra libertà, Milano 2019, p. 85).

Concludo riprendendo le parole di uno dei primi Presidenti del nostro Consorzio: La difficoltà incita all’azione. Un’Italia diversa è a portata di mano (Fabio Padoa Schioppa).