Cineas e AIPAI hanno co-organizzato al Politecnico di Milano un convegno dedicato all’analisi degli attuali scenari economici e all’impatto sulle coperture assicurative

Massimo Michaud, Presidente Cineas

La tempesta perfetta che si è abbattuta sulla nostra economia negli ultimi mesi ha generato un impatto significativo anche sul settore assicurativo, in particolare sui sinistri property. La pandemia, la crisi delle supply chain, l’aumento dei prezzi dei materiali edili, l’aumento dei costi dell’energia, la crescita dell’inflazione, il rialzo dei tassi e la guerra in Ucraina sono solo alcune delle sfide che il mercato sta affrontando. Per indagare su questa fase economica complessa, dei suoi effetti sull’attività dei periti e sulla tenuta delle compagnie assicurative, Cineas e AIPAI – Associazione Italiana Periti Assicurativi Incendio hanno organizzato lo scorso 4 maggio al Politecnico di Milano il convegno “Scenario economico tra rialzo dei tassi e aumento dell’inflazione: quali conseguenze sulle coperture assicurative property e sui sinistri?”. Lo scopo principale dell’evento è stato quello di esaminare le conseguenze di questo scenario.

Il convegno ha visto la partecipazione di numerosi esperti ed esperte del settore assicurativo che hanno esaminato diversi aspetti, tra cui l’effetto dell’inflazione sui prezzi dei beni e sui sinistri, l’impatto del rialzo dei tassi di interesse sul costo dei finanziamenti e sulla domanda di proprietà immobiliari, e come le compagnie assicurative stanno affrontando queste sfide. Grazie al loro prezioso apporto, l’evento è stato un successo e ha fornito importanti spunti di riflessione per il futuro.

Il convegno si è aperto con i saluti di benvenuto del presidente del Cineas, Massimo Michaud, e di Aurelio Vaiano, presidente AIPAI. Massimiliano Maggioni, docente Cineas e affiliate professional presso l’Università di Pisa, ha poi esposto una panoramica dello scenario economico attuale. Maggioni è partito da due concetti contrapposti. Il primo è “vuca”, acronimo di instabilità, incertezza, complessità e ambiguità, il secondo è “bani”, ossia fragile, ansioso, incomprensibile. “Questo approccio – ha spiegato – prevede scelte che vanno a incidere sui nostri comportamenti economici ma che non seguono un percorso sempre razionale”. Maggioni ha lamentato una non linearità nell’assenza di collegamento tra aumento dei tassi e l’efficacia nel contrastare l’inflazione, dopo una crisi acuta si sta andando a livello globale verso un periodo di rallentamento, mentre sul lungo termine i picchi sono ciclici e fisiologici. Quanto all’effetto della modifica dei tassi di interesse, Maggioni ha rilevato molta emotività, in quando ha affermato che queste misure “hanno effetto dopo almeno cinque trimestri”. Secondo il professore, “l’Italia ha capacità di reagire più rapidamente rispetto ad altre economie: nelle situazioni di crisi, le soluzioni possono essere trovate mettendo in campo una certa dose di discontinuità con il passato”.

Successivamente, i punti sollevati da Massimiliano Maggioni sono stati oggetto di discussione della tavola rotonda guidata da Maria Rosa Alaggio, direttore di Insurance Trade. Gli assicuratori si trovano ad affrontare i costi aumentati, ma devono anche comunicare al cliente la stabilità del settore, la sua affidabilità e la fiducia, soprattutto in un periodo di grande complessità come quello attuale. Marco Valle, vice presidente di AIPAI, ha sostenuto dicendo che l’Italia ha sempre dovuto fare i conti con l’inflazione e ha invitato a cogliere con un’adeguata e importante comunicazione, e con la collaborazione degli intermediari, l’opportunità di un importante adeguamento dei portafogli polizze, in particolare per i fabbricati. Valle ha poi sottolineato la necessità di un’accorta gestione dei sinistri con attività di sopralluogo e mediante strutture liquidative e peritali competenti e formate, da cui potranno emergere potenziali importanti risparmi tramite una gestione peritale che privilegi la velocità nelle decisioni di salvataggio, recupero, minimizzazione dei danni indiretti, e con ragionevole velocità di definizione dei sinistri.

Ma un punto condiviso dagli speaker è il fatto che l’inflazione sia soltanto uno degli aspetti che più sta impattando sui sinistri property. Secondo Stefano Ronsivalle, Vice president claims EMEA di Swiss Re, sulla riassicurazione, ad esempio, ha influito molto il trend sui sinistri catastrofali che dal 2017 ha avuto esposizioni medie di 100 miliardi di dollari. “C’è stato un aumento della severità dei sinistri cat nat, influenzato soprattutto dall’aumento di eventi catastrofali in aree urbanizzate, il tutto in un contesto in cui inflazione e mercati finanziari hanno contribuito alla perdita di marginalità delle aziende”, ha detto. Tendenzialmente, ha continuato, “osserviamo da anni un costante aumento del 5-7% dei costi, ma questo non si è immediatamente tradotto in un aumento dei premi. C’è stato per anni un disallineamento di una corretta valutazione del rischio, un adagiamento negli anni delle compagnie assicurative che solo a seguito di scossoni si adeguano”.

C’è poi un ulteriore aspetto che riguarda la volatilità, e cioè fino a che punto il confronto con questa variabile consente di monitorare il costo dei sinistri. Secondo Enrico Mercogliano, Head of property & casualty claims di Generali Global Corporate & Commercial “un’azione molto importante è quella di elevare il monitoraggio anche con l’applicazione di criteri come il forecast sinistri. Il livello di controllo e monitoraggio e attenzione – ha detto – si è affinato: oggi dopo poche ore si inizia a discutere con il perito e a fare previsioni”. Secondo il manager, tuttavia, i picchi preoccupanti che abbiamo vissuto nel 2022 sono superati, oggi la previsione è di una diffusa stabilizzazione. In questo senso, uno dei risvolti principali è la capacità di relazione con l’assicurato. Per Giuseppe Martina, Global relationship leader di Zurich Insurance, l’elemento chiave è “far partecipare al rischio anche l’assicurato con attività di analisi sul rischio e nella mitigazione: questo – ha detto – è il miglior modo di combattere l’inflazione che può emergere in caso di sinistri”. Secondo Daniela Marucci, responsabile linea corporate di UnipolSai, il recupero di redditività passa da una corretta valutazione del rischio, “quindi nel dare a ciascun assicurato il prezzo corretto rispetto al profilo di rischio. Oggi questo diventa sempre più importante per sostenere l’attività assicurativa e per continuare ad assicurare determinate tipologie di rischio”.

Il tema che è emerso in conclusione è quello dell’introduzione nei contratti della stima preventiva. Ellen Bertolo, Head of claims di Aon, ha sostenuto che questa misura toglie alcune delle attività dei periti, ma va in maggior misura a valorizzare alcune delle loro attività core, cioè l’indagine sulle cause che hanno provocato il sinistro. La stima ha comunque un tema dei costi, e in alcuni casi può comportare un aumento del premio, ma questo va a beneficio del claim management, soprattutto quando ci sono sinistri di grandi entità.

Aurelio Vaiano ha infine concluso di non essere preoccupato dalle stime preventive, ma da chi non può permettersele, cioè le piccole aziende, e ha lanciato l’idea di realizzare all’interno del Cineas un tavolo di studio per creare un centro di assistenza per quelle realtà che non hanno la possibilità di accedere a consulenze costose e per rivalutare le somme assicurate. A questo ipotetico tavolo dovrebbero partecipare agenti, broker, compagnie e il Cresme. Servirebbe quindi un intervento a cui partecipano tutti gli attori del sistema, come ha ricordato, concludendo l’evento, Massimo Michaud, che ha esortato “a fare squadra perché abbiamo necessità di ricalibrare la tecnica assicurativa in chiave moderna, ascoltando quello che il sinistro ci dice, non tanto in termini storici ma in termini prospettici”.

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