Di Alberto Zamboni, Pilota Aviazione Civile e docente del Corso di Alta Formazione in Hospital Risk Management di Cineas, in partenza il 9 febbraio in modalità blended e-learning.
Aviazione e Ambiente Sanitario sono spesso paragonati tra loro in quanto “sistemi ad alta complessità”. Le loro filosofie di gestione del rischio offrono importanti spunti di riflessione sia per i contenuti che per i metodi di applicazione.
Il sistema aviazione è classificato come un sistema Ultra Safe: negli ultimi vent’anni, e sino al periodo pre-pandemico, il numero di ore di volo in tutto il mondo è raddoppiato (da circa 25 milioni nel 1993 a oltre 60 milioni nel 2018), facendo registrare un numero medio di incidenti e di vittime in costante calo.
Ciò non è certo paragonabile all’assistenza sanitaria, dove solo negli Stati Uniti si stimano ogni anno più di 200.000 decessi per errori medici evitabili, il che equivale a tre incidenti aerei al giorno. Come ha osservato Chesley “Sully” Sullenberger (l’eroe dell’incidente aereo del fiume Hudson nel 2009) se un tale livello di incidenti mortali dovesse verificarsi in aviazione, “le compagnie aeree smetterebbero di volare, gli aeroporti chiuderebbero, ci sarebbero udienze del Congresso e nessuno sarebbe autorizzato a volare finché il problema non fosse risolto”.
Comparando le convergenze e le divergenze in materia di sicurezza nei due comparti, emergono chiaramente i principali domini in aviazione: uso estensivo di ausili cognitivi (checklist), formazione iniziale e ricorrente sui Fattori Umani del personale, addestramento al lavoro di team degli operatori di front-line, uso periodico della simulazione, metodologie avanzate di indagine e segnalazione degli eventi e, non da ultimo, una matura cultura organizzativa orientata all’analisi degli incidenti e al benessere del personale.
Parlare solo e sempre degli eventi avversi può essere però fuorviante e improduttivo. Meglio adottare un termine più neutro come “Analisi delle prestazioni” per consentire di evidenziare anche gli alti livelli di eccellenza che le persone spesso dimostrano e tramite i quali la sicurezza viene comunque garantita. E’ importante studiare gli “errori” ma anche osservare come le persone spesso li evitano prima che diventino “eventi” con il loro contributo di flessibilità, disciplina e professionalità e nonostante le molte carenze di risorse.
Pensando alla cultura organizzativa almeno tre attributi sembrano distinguere l’aviazione dall’assistenza sanitaria:
- L’aviazione ha costruito nel tempo una cultura molto più esente da colpe in caso di segnalazione e responsabilità sugli eventi e incidenti; al contrario del mondo sanitario dove spesso c’è competizione tra richieste di sicurezza e pressioni economiche.
- In campo aeronautico la sicurezza permea tutti i livelli dell’attività delle compagnie aeree mentre nel settore sanitario è ancora considerata la priorità di alcuni, non l’obbligo di tutti.
- Fattore importante della Cultura di una Organizzazione è il prendersi cura del proprio personale: il benessere, il morale e la motivazione degli individui sono fondamentali per la fornitura sicura e di successo di un servizio. L’aviazione ha imparato questa importante lezione a seguito di un famoso incidente (German Wings, 2015) in cui il pilota, che da tempo soffriva di disagi mentali, si è suicidato portando l’aereo a schiantarsi con tutti i passeggeri. Successivamente la normativa internazionale ha reso obbligatorio per le compagnie aeree l’implementazione al loro interno di un sistema di “supporto tra pari” (Peer Support), sorvegliato da psicologi competenti, per dare assistenza al personale navigante in caso di piccoli o grandi problemi e disagi personali.
Un sistema del genere, già attivo in alcune rare realtà cliniche nel mondo, potrebbe essere di grande aiuto nel gestire i disagi che l’epoca pandemica ha generato nel personale sanitario.
Le liste di controllo (checklist), che sono parte integrante del flusso di lavoro dell’aviazione, nelle discipline mediche (ad es. la chirurgia) sono state un’innovazione recente e non sempre ben tollerata. Anche l’addestramento e la simulazione in aviazione vengono portati ad esempio di pratiche virtuose. I piloti sono sottoposti a periodici controlli di professionalità, di solito al simulatore, e questo contribuisce a garantire il mantenimento delle loro competenze.
Merita sottolineare che la formazione del personale navigante è suddivisa in conoscenze tecniche di base e abilità comportamentale (Non-Technical skills). Queste ultime assieme ai Fattori Umani (Leadership, Teamwork, Decision Making, Situation Awareness, Stresss & Fatigue management, Resilience, ecc.), costituiscono la gran parte delle competenze necessarie alla gestione del rischio nelle operazioni di volo, ma sono pressoché assenti nei percorsi formativi del personale sanitario.
Infine occorre citare il grande tema dell’investigazione degli eventi e delle conseguenti azioni di miglioramento. Nel settore dell’aviazione un incidente grave è spesso seguito dalla simulazione delle cause che diventeranno poi parte dell’addestramento futuro seguite dall’adozione di particolari raccomandazioni sulla progettazione di attrezzature e procedure. Troppo spesso in ambito sanitario il collegamento tra l’analisi dell’errore e l’apprendimento non si concretizza e i cambiamenti sono lenti ad essere implementati.
Non sempre il personale sanitario è disposto a segnalare eventi avversi mancati (near miss) a causa di un senso di orgoglio o per autostima o paura di controversie legali. Può valere la pena di tradurre in sanità il sistema di immunità dall’azione disciplinare tipico dell’aviazione per favorire la segnalazione di incidenti e mancati eventi, ben inteso escludendo i casi di colpa grave o conclamata indisciplina. Tra gli esempi virtuosi è bene citare il caso del governo del Regno Unito che ha istituito un servizio di indagine indipendente sulla sicurezza dei pazienti, emulando la filosofia già consolidata nel settore aeronautico.