Il nuovo Codice Appalti, entrato in vigore il 1° luglio 2023, è strutturato in cinque libri che trattano i principi generali, la programmazione, la progettazione, l’appalto nei settori speciali, le concessioni e il contenzioso. I valori ispiratori del legislatore si riflettono nell’introduzione di principi quali la massima tempestività nella esecuzione delle opere e la reciproca fiducia tra tutti gli attori degli appalti pubblici coinvolti nelle procedure di appalto. L’articolo 1 stabilisce infatti il principio del risultato, mirando a garantire che l’affidamento e l’esecuzione dei contratti siano tempestivi e ottimizzati rispetto al rapporto qualità-prezzo. L’articolo 2 introduce il principio della fiducia, fondamentale per il corretto esercizio del potere da parte delle amministrazioni e degli operatori economici coinvolti negli appalti.
Una novità importante introdotta nel nuovo codice è la digitalizzazione del ciclo di vita dei contratti pubblici, come delineato nell’articolo 19, che impone la tracciabilità e la trasparenza di tutti i documenti contrattuali, nonché la protezione dei dati personali. Questo implica l’interoperabilità delle piattaforme informatiche e l’utilizzo di una banca dati nazionale gestita dall’ANAC, che raccoglie informazioni sui contratti pubblici e garantisce la trasparenza delle procedure.
Un’altra novità significativa riguarda la riforma dei livelli di progettazione. L’articolo 41 stabilisce che la progettazione deve essere verificata durante le diverse fasi, con un focus sulla coerenza con il documento di indirizzo e la normativa vigente. La verifica del progetto, descritta nell’articolo 42, deve essere indipendente dalle altre attività (come la progettazione e la direzione lavori) per evitare conflitti di interesse. Questo comporta nuove modalità di responsabilità, sia per i progettisti che per i verificatori, con potenziali implicazioni per le coperture assicurative professionali, che dovranno essere adattate alle nuove esigenze.
L’innalzamento delle soglie per gli affidamenti senza gara e la sostanziale liberalizzazione dei subappalti a cascata sono altri cambiamenti rilevanti, che potrebbero comportare maggiori rischi per la trasparenza ed il controllo dei lavori, aumentando la possibilità di contenziosi con escussione delle garanzie finanziarie, come le cauzioni, oltre a possibili maggiori rischi operativi per le imprese, incluso un potenziale incremento degli infortuni sul lavoro o di opere mal eseguite o non completate.
In sintesi, la riforma del Codice Appalti introduce significative modifiche nella gestione degli appalti pubblici, con un forte accento sulla digitalizzazione e sulla nuova governance complessiva del sistema.
Tuttavia, queste novità rappresentano anche nuove sfide, in particolare per il settore assicurativo, che dovrà adattarsi alle modifiche dei processi e dei rischi associati. Se ne parlerà approfonditamente nella nuova edizione 2025/2026 del Master in Risk Management delle Infrastrutture di Cineas, in programma il prossimo ottobre presso il Politecnico di Milano.