Editoriale Lisa Casali, Coordinatrice del Master CINEAS “Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa”, Manager di Pool Ambiente.

Sostenibilità: capita sempre più spesso di incrociare questa parola, quando navighiamo in rete, guardiamo la tv, facciamo acquisti, persino al bar e al ristorante. Quando l’utilizzo di questo termine è realmente giustificato e quando invece è solo di facciata? Quando si tratta di green washing e quando di impegno reale?

Lisa Casali, Coordinatrice del Master CINEAS “Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa”, Manager di Pool Ambiente

Oggi nelle imprese le politiche ambientali nascono per lo più con un’ottica commerciale e vengono create a tavolino da esperti di marketing. La conseguenza di questo è che in ambito ambientale si investe soprattutto in quegli aspetti che danno un immediato ritorno di immagine, come ad esempio ridurre la plastica negli imballaggi, usare materie prime riciclate, ecc.

In questo stesso contesto il nostro Paese ha stanziato con il PNRR 500 milioni di Euro per la bonifica e il ripristino di più di 260 siti industriali contaminati. Una somma importante che ha l’obiettivo di bonificare e ripristinare le risorse naturali danneggiate. Questi fondi si sarebbero potuti risparmiare con una migliore gestione dei rischi ambientali? Se non totalmente, certamente una parte avrebbe potuto essere risparmiata e investita diversamente. Il mancato Risk Management ambientale ha infatti conseguenze potenzialmente catastrofiche non solo sulla sopravvivenza dell’azienda ma anche sullo stato delle risorse naturali, sulla qualità della vita delle persone e naturalmente sulle finanze di un Paese.

Dall’analisi di 1031 casi di danno all’ambiente causati da aziende, occorsi nel periodo 2000-2019, gestiti dal Pool Ambiente emerge come il 73% non si sarebbe mai verificato se l’azienda avesse un sistema di gestione del rischio ambientale (come quello indicato nella nuova certificazione UNI Ambiente Protetto). Questo si traduce, per i casi analizzati in 752 eventi di danno risparmiati e 104 milioni di euro che non si sarebbero spesi per bonifiche e ripristino. Tali casi hanno comportato: gravi contaminazioni del terreno e della falda da idrocarburi e prodotti chimici, distruzione di habitat naturali, deterioramento di fiumi, laghi e del mare, emissioni tossiche nell’aria, gravi danni alla salute delle persone e di intere comunità.

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“Quando si chiede ai consumatori cosa sia prioritario tra proteggere le risorse naturali da eventuali danni, ridurre la produzione di rifiuti, migliorare l’efficienza energetica di un’impresa, la risposta è sempre all’unanimità la prima – sottolinea Lisa Casali – Perché quindi se la prevenzione dei danni all’ambiente è prioritaria per il consumatore questo aspetto è sistematicamente trascurato dalle imprese, comprese quelle più impegnate per la “Sostenibilità”?

Il Risk Management ambientale può contribuire ad una maggiore e reale sostenibilità delle aziende, ma perché questo accada occorrono competenze specifiche e formazione, in particolare delle figure chiave che in azienda si occupano di rischi e della loro gestione, ma idealmente anche di chi fa comunicazione sui temi ambientali”.

Il Master in “Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa di CINEAS si rinnova quest’anno proprio per andare incontro alle esigenze delle imprese, per una sostenibilità reale e perché temi come prevenzione e riparazione dei danni all’ambiente diventino parte integrante non solo delle politiche ambientali, ma anche dei processi decisionali dei vertici dell’impresa.

Si tratta dell’unico percorso formativo in Italia ad affrontare il tema della gestione del rischio ambientale da un punto di vista imprenditoriale, tecnico, giuridico e assicurativo.

Il Master sarà un’occasione preziosa per approfondire anche le tematiche legate alla nuova Certificazione UNI Ambiente Protetto (PdR UNI 107:2021), una norma tecnica rivoluzionaria che ha l’obiettivo duplice di supportare le aziende per prevenire efficacemente i danni all’ambiente, e permettere al consumatore di selezionare e premiare quelle aziende più impegnate su questo fronte.

E’ ora che la gestione dei rischi ambientali non solo diventi parte integrante delle politiche ambientali delle imprese – conclude Lisa Casali – ma sia anche valorizzata nella comunicazione, come fattore strategico per la tutela del patrimonio aziendale in primis, ma anche come fattore di impegno per la sostenibilità e come arma concreta per contrastare il green washing.

Il Master Cineas “Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa” è iniziato l’11 marzo con lezioni online e in presenza presso il Politecnico di Milano per un totale di 89 ore di formazione divise in tre macro-temi: Sostenibilità e fondamenti di risk management, tematiche assicurative e di riparazione del danno, miglioramento delle performance aziendali. Per maggiori informazioni: https://www.cineas.it/formazione/master/risk-management/risk-management-ambient-sviluppo-sost-impresa/