Mario Martina, professore allo IUSS di Pavia

Lo scorso ottobre, il nostro docente Mario Martina, professore allo IUSS di Pavia ha vinto con il suo gruppo il G20 TechSprint 2021, la challenge lanciata da Banca d’Italia e dall’Innovation Hub della BRI, in occasione della presenza italiana al G20.

La squadra del professor Martina, composta dalla società di cui è advisor scientifico RED. e da CRIF, ha vinto tra 255 proposte progettuali per la categoria “Analisi e valutazione dei rischi di transizione e dei rischi fisici legati al clima” con la soluzione “CRAS: Climate Risk Analytics Suite”.

“Un nome che non è assolutamente casuale – ha tenuto a sottolineare Mario Mario Martina – CRAS in latino vuol dire “domani” e questa piattaforma è proprio in grado di utilizzare il passato per predire il futuro”.

Ma non si tratta di magia, tramite la piattaforma CRAS, è possibile interrogare la piattaforma per avere una valutazione dei rischi e degli impatti del cambiamento climatico sul territorio nazionale e internazionale. La ricerca può avvenire sulla base di diversi criteri: ad esempio per regione, per cap, per settore industriale, per fatturato, fino alla singola impresa e avere una stima di quelli che saranno i danni diretti o indiretti (property damage o business interruption) derivanti da eventi climatici, con diversi livelli di scenario.

E’ possibile anche applicare un “filtro assicurativo”, per capire a quanto potrebbe ammontare la riduzione dei danni in presenza di una polizza assicurativa.

Questa piattaforma anticipa di fatto l’esigenza regolatoria che ci sarà secondo gli accordi di Basilea, legata alla trasparenza delle banche, che dovranno dimostrare attraverso criteri oggettivi quale sia il loro rischio creditizio causato dall’impatto dei cambiamenti climatici.

Il professor Martina fa parte della Faculty del Cineas dal 2004 su diversi master. Le sue competenze di climate risk modeling, si possono ritrovare infatti all’interno del percorso Loss Adjustment, Expert Claims management e nel master sul rischio di gestione delle Infrastrutture.

“Io cerco di dare un inquadramento dei fenomeni meteo-idro-geologici da due punti di vista – ci spiega – sul profilo della valutazione del rischio per fini assuntivi, quindi per poter valutare la pericolosità di questi fenomeni e l’esposizione dei diversi soggetti, quali imprese, cittadini e patrimoni immobiliari; o sul profilo della gestione dei sinistri, andando a evidenziare l’importanza dei dati dei sinistri che le compagnie hanno a disposizione. Questi dati, se si hanno le competenze per ricondurre un certo sinistro al fenomeno che l’ha causato, sono inutilizzabili per fare risk assessment, pricing e assunzione. Non è il rapporto sinistri/premi che deve guidare la valutazione del pricing, ma la conoscenza del rischio costruita sui dati del passato, collegando i sinistri ai fenomeni idro-meteo-geologici che li hanno causati”.

A partire dal 2022, il professor Martina sarà docente anche del master Risk management ambientale per lo sviluppo sostenibile dell’impresa.

“Nell’ambito dei master sui rischi ambientali parlerò di come il climate related risk rientri nella cornice più ampia degli ESG scores. Questo sta diventando un aspetto non più limitato solo alla gestione dei rischi, ma sempre più legato allo sviluppo economico ed alla capacità di adattamento delle imprese. La gestione del rischio è ormai parte integrante dell’analisi di valutazione di un’impresa.

Parliamo per esempio di rischi di transizione, dove si misura sia l’impatto che una impresa può subire a causa dei cambiamenti climatici e delle modifiche regolatorie che quello che una impresa può causare per la sua attività sull’ambiente e sul clima. Ad esempio quest’ultimo impatto può essere misurato da indicatori  quali i GHG, greenhouse gas emessi per tutte le attività direttamente ed indirettamente collegate con l’impresa, i quali vengono presi di fatto come unità di misura del mio impatto ambientale. Se ho un’impresa, posso misurare tutte le mie attività in questi termini: dal reperimento delle materie prime, alla produzione, allo stoccaggio dei materiali, all’attività commerciale che avvio per promuovere il mio prodotto. In questo framework generale in cui non si separano più gli aspetti di impatto ambientale, dagli aspetti del rischio, cercheremo di capire come possiamo usare le informazioni, i dati e le conoscenze che abbiamo a disposizione, soprattutto in ambito assicurativo e finanziario, per poter sviluppare un nuovo modello di sviluppo sostenibile sotto il profilo economico, finanziario ed ambientale”.