Per le imprese italiane la gestione dei rischi è una componente dello sviluppo sostenibile. Inoltre, un’impresa su 4 ha dichiarato che è diventato prioritario introdurre un sistema di gestione e controllo dei rischi (26,5%). Sono solo alcune delle evidenze messe in luce dal IX Osservatorio sulla diffusione del risk management nelle medie imprese italiane, la ricerca annuale realizzata da Cineas, presentata al Politecnico di Milano da cui emerge anche che quasi la metà delle aziende prevedeva il rischio di guerra prima del conflitto russo-ucraino.
L’edizione del 2022, realizzata in collaborazione con IPSOS, ha analizzato le risposte di 350 aziende manifatturiere attive nei settori: alimentare, beni per la persona e la casa, chimico farmaceutico, meccanico e metallurgico. Il fatturato delle aziende del campione d’indagine è compreso tra 20 milioni di euro e i 355 milioni di euro.
L’indagine, presentata dal Professor Enzo Risso, Direttore scientifico di IPSOS, ha messo in evidenza lo scenario socio economico post-pandemico; la governance del rischio all’interno delle imprese; la relazione tra gestione del rischio e gli obiettivi di sviluppo sostenibile e la percezione del rischio cyber in relazione alle azioni intraprese dalle aziende per gestirlo.
Sono il 44% le aziende che presentano una mappatura dei rischi a livello di CdA, un numero ancora ridotto; tuttavia oltre il 50% delle aziende risponde che la responsabilità di supervisione dei rischi ricade sulle figure apicali dell’impresa (a seguire il direttore finanziario e solo per circa il 14% delle imprese sulla figura specialistica del risk manager).
“La presenza di una governance dei rischi è importante in un modello evoluto di gestione del rischio, pertanto esiste una sostanziale differenza di approccio tra le imprese che portano i temi del risk management al livello dei Consiglio di Amministrazione e quelle che gestiscono il rischio come componente tecnica – commenta Massimo Michaud, Presidente di Cineas – Anzitutto una gestione più sofisticata del rischio (integrato o segmentato) è adottata dall’82% delle prime contro il 33% delle seconde.
Inoltre le aziende in cui il board è coinvolto vedono la gestione del rischio come un investimento strategico, mirato anzitutto a consentire migliori decisioni. Nelle aziende dove la funzione di risk management non arriva a dialogare con il board invece, lo scopo principale della mappatura dei rischi è difensiva (assicurare la conformità normativa e la business continuity), e l’investimento viene visto come secondario. L’aspetto positivo tuttavia è che il coinvolgimento del CDA nella gestione dei rischi è sempre più diffuso.”
Durante il Convegno introdotto dal Dottor Michaud, si è tenuta una Tavola Rotonda moderata da Maria Cristina Origlia – giornalista socio-economica e presidente del Forum della Meritocrazia, dove sono intervenuti: Giorgio Basile, Vice Presidente di Cineas per il settore Imprese; Donato Iacovone, Presidente di WeBuild; Maurizio Marchesini, Vice Presidente di Confindustria per le Filiere e le Medie Imprese; Roberta Marracino, ESG Strategy expert e Giuseppe Pasini, Presidente di Feralpi Group. I relatori hanno portato alla luce il punto di vista industriale sulla gestione dei rischi con il contributo delle loro esperienze dirette, un focus particolare è stato posto sul tema dello sviluppo sostenibile.
I Partner dell’edizione del 2022 sono: le compagnie assicurative Helvetia, QBE, Reale Group, UnipolSai, Zurich e la società di brokeraggio Mansutti.
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Guarda un breve abstract dell’intervento di Massimo Michaud, Presidente di Cineas e della Tavola Rotonda del Convegno di presentazione dei risultati dell’IX Edizione dell’Osservatorio Cineas, dove sono stati coinvolti: Giorgio Basile, Vice Presidente di Cineas per il settore Imprese, Donato Iacovone, Presidente di WeBuild, Maurizio Marchesini, Vice Presidente di Confindustria per le Filiere e le Medie Imprese, Roberta Marracino, ESG Strategy expert e Giuseppe Pasini, Presidente di Feralpi Group.