L’integrazione di pratiche di business sostenibili nella gestione aziendale è diventato un asset strategico per competere sui mercati internazionali e nazionali. Questo comporta una maggiore attenzione alle questioni sociali, ambientali e di governance, con l’obiettivo di creare valore a lungo termine per la società

di Lisa Casali, Coordinatrice del master Risk Management Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile dell’Impresa di Cineas

Gli ultimi mesi sono stati segnati da un grande fermento da parte del legislatore italiano e europeo in materia ambientale. La normativa di settore ha registrato, infatti, diverse importanti novità per le imprese volte a rafforzarne l’impegno concreto per la sostenibilità ambientale al fine di limitare il più possibile il green washing (pratiche attraverso le quali aziende e i brand si mostrano pubblicamente più sensibili e attivamente impegnati in questioni ambientali di quanto non lo siano effettivamente).

Le imprese – da parte loro – percepiscono i rischi di natura ambientale, e in particolare quello di arrecare danno all’ambiente, tra i più temuti, come riporta il Global Risk Report 2023 del World Economic Forum (vedi tabella allegata). I rischi di tipo ambientale si collocano infatti tra i primi dieci maggiormente percepiti dalle imprese sia nel breve che nel lungo termine.

Le più recenti novità normative, a livello europeo, delineano come la strategia della Commissione sia sempre più quella di portare le imprese a includere sia la componente di gestione dei rischi che l’impegno per la sostenibilità ambientale come asset strategici. Integrare la condotta d’impresa responsabile in materia di rischi ambientali nell’ambito delle politiche e dei sistemi di gestione dell’azienda, infatti, emerge – da queste normative – come requisito imprescindibile per operare in mercati internazionali e sempre di più anche in quelli nazionali.

Ad esempio, la CSRD – Corporate Sustainability Reporting Directive, approvata a metà novembre 2022, prevede relazioni periodiche sui rischi sociali e ambientali che le imprese di maggiori dimensioni devono affrontare e su come le loro attività hanno un impatto sulle persone e sull’ecosistema. Questa direttiva include, inoltre, un maggiore impegno nella gestione dei rischi ambientali e nella prevenzione di eventuali danni al territorio.

Su questa linea è anche la proposta di Regolamento CE sull’Ecodesign dei prodotti, sui Green Claims e sull’applicazione dell’Environmental footprint dell’Unione Europea, che introduce nuovi obblighi in capo alle imprese con riferimento alla ecosostenibilità dei prodotti e dei servizi e che ha l’obiettivo di accrescere la trasparenza verso gli stakeholder, le informazioni disponibili e anche la comparazione tra gli stessi rispetto all’impatto ambientale.

Contestualmente a livello nazionale vi sono stati significativi passi in avanti nell’applicazione dello schema Made Green in Italy, la certificazione tutta Italiana che unisce eccellenze prodotte nel nostro Paese e applicazione dello schema dell’impronta ecologica di prodotto. Nell’ultimo anno con l’approvazione di molti RCP – Regole di Categoria di Prodotto – si è aperta la strada all’implementazione da parte delle imprese italiane della certificazione.

La Direttiva IED stabilisce i principi fondamentali per l’autorizzazione e il controllo dei grandi impianti industriali sulla base di un approccio integrato e dell’applicazione delle migliori tecniche per raggiungere il massimo livello di protezione dell’ambiente. La nuova Direttiva IED sulle emissioni industriali, pubblicata ad aprile 2022, prevede inoltre l’obbligo per le imprese che rientrano nello scopo della Direttiva (ad esempio sostanze che trattano sostanze pericolose o il settore rifiuti) di implementare un sistema di gestione ambientale e di adottare tutte le misure necessarie per mitigare i rischi per la salute umana e per l’ecosistema.

In questo contesto è più che mai strategico per le imprese di ogni settore e dimensione investire per rafforzare la gestione dei rischi ambientali e dotarsi delle competenze su questi argomenti.

Il Master Risk Management Ambientale per lo Sviluppo Sostenibile dell’Impresa del CINEAS – Consorzio universitario senza fini di lucro fondato dal Politecnico di Milano nel 1987 e scuola di formazione manageriale in risk e claims management – si pone proprio l’obiettivo di contribuire alla creazione di una cultura della sostenibilità ambientale in azienda con solide radici e al raggiungimento di obiettivi tanto di business quanto ESG (Environmental, Social and Governance).