Di Nicola Mancino, Docente del master Cineas “Risk engineering & management” – in partenza l’11 novembre in modalità online interattiva e immersiva, con appuntamenti in aula, storie d’azienda raccontate dai protagonisti, business game e role play per applicare i concetti tecnici allenando le abilità relazionali.

 

Nicola Mancino, Responsabile Allianz Global Corporate & Specialty

L’assicurazione ha la possibilità e la responsabilità di contribuire al percorso del sistema verso per lo sviluppo sostenibile.

È un dato di fatto che l’assicurazione sia un cardine dello sviluppo economico: molte iniziative che richiedono investimenti economici, con aspetti di innovazione e di rischio, non verrebbero mai avviate se gli investitori non avessero la certezza che tali iniziative fossero protette contro eventuali eventi avversi imprevedibili.

Quando si parla di crescita d’impresa, questa crescita è inevitabilmente legata al profitto. Crescita e profitto generano un circolo virtuoso del quale beneficiano tutti gli stakeholder. Ed oggi stiamo andando in una direzione per cui per pensare allo sviluppo economico, bisogna pensare anche a quello sociale e dell’ecosistema, in modo che la nostra crescita non penalizzi le generazioni successive alla nostra.

La sostenibilità, soprattutto nel settore assicurativo, è un tema portante per tutti gli stakeholder: in primis, per i clienti, che hanno interesse a portare avanti un business che sia realmente sostenibile e che sia anche percepito come tale, per la società civile, per le istituzioni, per il sistema governativo e per i media. A questo si aggiunge una regolamentazione crescente, per cui aumentano anche i rischi di non rispetto dei principi legati alla sostenibilità.

Ecco che l’assicurazione, oltre a condividere un percorso molto chiaro in questo senso, può diventare per le imprese un acceleratore di questo processo fatto di tre componenti che si riassumono fondamentalmente nei pilastri ESG: Environmental, Social e Governance.

Sul tema environmental le imprese stanno cercando di investire e impiegare le loro risorse in un business rispettoso dell’ambiente con scadenze di medio e lungo periodo, anche al di là degli obiettivi della conferenza di Parigi sul clima (COP21) che si è tenuta nel 2015, dove l’impegno è fissato sul 2050. Sempre più operatori cercano infatti di lavorare su delle timeline intermedie ponendosi obiettivi oggettivi e misurabili.

Credo che questo sia ormai un percorso condiviso per le grandi istituzioni finanziarie e gli operatori di mercato. Il commitment di Allianz, per esempio, è quello di uscire da tutte le attività che utilizzano carbone fossile entro il 2040. È importante sottolineare che questo impegno è diventato parte della nostra stessa attività operativa, ovvero affrontare il tema della decarbonizzazione e avviare un percorso virtuoso che accompagni anche i nostri clienti verso questo obiettivo.

Il tema dell’ESG è fortemente presente nei dibattiti politici e di sviluppo economico, e la ripresa economica dopo la recessione dovuta alla pandemia porterà un forte contributo in questo senso. Le grandi istituzioni finanziarie hanno sicuramente un ruolo di guida in questo percorso, ma l’ambizione per Allianz è quella di passare “from leading, to shaping”.

Questo cambio di paradigma si basa su tre aspetti fondamentali:

  • La presenza di una strategia ESG chiara, con timeline fatte di passaggi nel breve e nel medio, oltre che nel lungo periodo e KPI’s ben definiti per controllarne l’andamento
  • Una comunicazione periodica e costante per informare e aggiornare il mondo esterno sullo sviluppo di questo percorso
  • Un dialogo costante, onesto e reciproco con clienti e stakeholders

L’assicuratore deve prima di tutto valutare il rischio, quindi, raccomandare, in collaborazione con il cliente, gli interventi più efficaci di mitigazione di alcuni rischi e, nell’indennizzarne, in caso di sinistri, può stimolare l’erogazione di risorse fresche in una direzione ESG compliant.

Inoltre bisogna considerare che anche solo per il gran numero di persone coinvolte dai Gruppi assicurativi, tra catene di fornitori, clienti e dipendenti stessi, il ruolo di guida nell’utilizzo responsabile delle risorse, può avere una portata molto ampia, sia verso l’esterno che verso l’interno.

Questo non è un percorso facile, c’è bisogno di programmazione e di esecuzione. Tanto prima si entra in un sistema di rispetto per i valori ESG, tanto più veloce può essere l’avviamento iniziale del percorso, che presenta delle difficoltà e delle resistenze fisiologiche, date dal pregresso. Ci deve essere condivisione di valori, stesura dei processi, esecuzione e verifica dei risultati.

Il valore di iniziative come il Master Risk engineering & management di Cineas, oltre a quello di formare sulla cultura del rischio è anche quello di mirare all’apertura mentale e alla capacità di confronto e collaborazione dei professionisti del settore, perché il sistema che vogliamo creare, per funzionare deve essere improntato sulla partnership e non sul conflitto e la contrapposizione.

Tanto più velocemente l’industria assicurativa si muoverà in questo senso tanto prima riuscirà a contribuire al risultato finale.